I concerti sono stati per anni il pane quotidiano di Rosario “Braz” Leo, vivendoli attraverso tutte le loro fasi: prima, durante e dopo. Ora, assieme a un paio di amici, ha deciso di portare la sua passione in un nuovo locale che sta già animando le serate milanesi: l’Headbangers Pub. Una passione da vivere ad altro volume.
METALLICA Palasharp – Milano, 1996 Sono sempre stato, fin dal 1991, un fan accanito dei Metallica ma fino a quel momento non avevo mai avuto modo di vederli dal vivo. E il fatto di essere minorenne, all’epoca, non aiutava negli spostamenti da una città all’altra. Per cui dovetti aspettare il tour di “Load” per vedere i Four Horsemen dal vivo, a Milano, al Palasharp. In realtà, costrinsi mio papà ad accompagnare me e altri due amici. Inutile descrivere la sensazione di quella giornata, ce l’ho ancora molto chiara in testa. I Corrosion of Conformity aprivano il tour ed era appena uscito “Wiseblood”, vera perla rara di metal hardcore e southern. Quella sera i Metallica avevano i volumi altissimi e l’ho vissuto come un viaggio con me stesso, era l’emozione della prima volta e questo basta per capire l’importanza di quella giornata che, ad un sedicenne come me, ha cambiato la vita.
GODS OF METAL Forum Open Air Arena – Milano, 1998
Chiaramente, per un metallozzo come me, il Gods Of Metal era un appuntamento fisso, ogni estate. Con i miei amici, ogni anno era una bella attesa, a partire dal momento in cui venivano annunciate le band presenti al festival. L’edizione del 1998 era particolare, almeno per quelli come me, perché prevedeva due gruppi per cui vivere e morire: Pantera e Black Sabbath. Non ci ho pensato nemmeno mezza volta ed ho organizzato immediatamente lo spostamento in treno con due amici trentini. Sarei andato anche da solo, lo giuro. Il caldo incredibile di quella giornata, l’attesa mai vissuta in quel modo, l’ingresso di Phil Anselmo con la bottiglia di vino rosso in mano e una performance assolutamente sopra le righe, di una potenza che solo i Pantera sapevano concretizzare. Dopo di loro, sul palco, i Black Sabbath. Ho in mente, ogni giorno, quel concerto e quella scaletta. Ho in mente, ogni giorno, che passai il concerto con una compagnia di 4 amici che lavoravano in banca, erano quarantenni all’epoca e mi passarono una canna durante “War Pigs”. Volete sapere la cosa più divertente? Dopo qualche giorno avrei avuto la maturità e dopo 8 anni avrei lavorato per il promoter del Gods Of Metal.
NEUROSIS & JARBOE Forum – Londra, 2004 Andare all’estero con gli amici per vedere un concerto è sempre una buona idea. Soprattutto se gli amici sono quelli di una vita e soprattutto se la band si chiama Neurosis. Era da poco uscito il disco in collaborazione con Jarboe e lo show di Londra sarebbe stato unico ed irripetibile. Prendere l’aereo, sfasciarsi di birre in un pub, andare al concerto e poi tornare col primo aereo mattutino disponibile: non c’è bisogno di altro. Il concerto è stato un muro di suono sparato in faccia, con tutto il dark di Jarboe e i volumi dei Neurosis. Niente da dire se non “chapeau”.
È bello lungo ma, appunto, bello.
GODS OF METAL Idroscalo, MILANO, 2006 Non vorrei sembrare ripetitivo, ma alla fine con tutti i Gods of Metal che mi sono fatto negli anni, l’organizzatore ha pensato bene di assumermi ad aprile 2006 e così ho iniziato una carriera di 15 anni nel mondo del booking (mi occupavo di ufficio stampa, promozione e marketing). Il Gods Of Metal 2006 era il decimo anniversario del festival e per me era il battesimo di fuoco, perché sarebbe stato il primo grande evento a cui avrei lavorato. Quattro giorni ininterrotti di concerti, di nozioni nuove da imparare. È stata una scuola di vita fondamentale per tutto quello che ne è seguito nella mia vita professionale. Ne son successe talmente tante che ci vorrebbe un libro per descriverlo.
FIVE FINGER DEATH PUNCH + MEGADETH Alcatraz – MILANO, 2020 Certamente non un concerto “unico”, le due band hanno calcato i palchi italiani moltissime volte singolarmente. Ma il destino ha voluto che questo fosse l’ultimo concerto a cui avrei lavorato prima della pandemia. Ovviamente non sapevo che la mia vita, dopo due anni di restrizioni e smart working, avrebbe preso una piega differente (all’Headbangers Pub di Milano) e mi avrebbe allontanato dal mondo dei concerti. Il 16 febbraio all’Alcatraz ho visto tutti gli amici, li ho salutati tutti e ci siamo divertiti moltissimo, anche perché Five Finger e Megadeth non sono proprio due gruppetti. Un bel ricordo, quindi, peccato per i due anni di Covid.
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